La città by Cesare de Seta

La città by Cesare de Seta

autore:Cesare de Seta
La lingua: ita
Format: epub
editore: Rizzoli
pubblicato: 2016-05-14T16:00:00+00:00


L’anomalia di Vienna capitale e frontiera tra Est e Ovest

Così come Roma deve considerarsi un caso anomalo, per la mancata coincidenza di centro politico e religioso e per la bipolarità del suo sviluppo attorno al Vaticano e al Campidoglio, allo stesso modo – ma per una ragione affatto diversa – Vienna è pur essa una città assai particolare. La sua anomalia sta nel fatto che, unica tra le grandi metropoli europee di Antico Regime, essa deve fare i conti, ancora agli esordi del Settecento, con il senso di paura e la mancanza di sicurezza in cui vive l’impero asburgico. Parigi, da un secolo, si era garantita la sua difesa sul territorio con il sistema esterno delle città fortificate di Vauban e dei suoi successori, rendendo di fatto del tutto inutili le mura. Londra era protetta via mare dalla sua potente flotta. Nel momento in cui le mura delle maggiori città vengono demolite o sono ridotte al rango di arredo pittoresco che ingombra l’espansione urbana, Vienna era ancora una città-fortezza posta all’estremo limite dei confini dell’impero. Infatti, le armate turche, sul finire del XVII secolo, avevano assediato la città. Nel 1704, attorno ai fossati, alle mura e ai bastioni, si attestano le orde di un ribelle ungherese, che seminano nelle campagne la paura e la morte. La definizione del confine territoriale conferisce alla capitale quella sicurezza che essa non aveva mai avuto: ma Vienna rimane ancora per lungo tempo una città di frontiera.

Abbiamo ricordato in precedenza che Vienna, essendo parte del Sacro romano impero, aveva già assunto il ruolo di capitale, pur essendo parte di un vasto territorio diviso tra cattolici e protestanti e con la permanenza di antiche signorie laiche ed ecclesiastiche. Ciò nonostante, o forse grazie a queste particolari condizioni, prima del Settecento inoltrato Vienna è ancora una capitale tra le capitali: al pari di Praga, Innsbruck e Linz che avevano una loro autonomia, Vienna tuttavia un vantaggio se lo guadagnò con gli Asburgo, divenendo sede stabile della corte e la più vasta e popolosa città dell’impero. Essa in ogni caso non aveva vissuto quel fenomeno di intenso rinnovamento urbano che caratterizza nel corso del Seicento Parigi o Roma, per non dire di Londra che fu rinnovata ab imis dopo il terribile incendio del 2 settembre 1666, che ne distrusse le parti più antiche, tutte in legno, sulle cui ceneri sorse la nuova città progettata da sir Christopher Wren, l’architetto della cattedrale di Saint-Paul che diviene l’ombelico della metropoli.

Vienna era una città medievale, quando molto evidente era il suo ruolo di città-fortezza, avamposto dell’impero nei territori che si aprivano verso Oriente. La residenza dell’imperatore, l’antico Hofburg, era un maniero munito più che un palazzo, e rassomigliava più al Louvre di Filippo Augusto che al Louvre ricostruito da Colbert. Né tanto meno c’erano a Vienna quegli edifici che faranno il vanto di Parigi e di Roma, ma anche di Napoli o di Venezia, di Palermo o di Genova. Soltanto con Carlo VI la città si avvia a divenire una capitale degna del suo rango.



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